L'Oceano...il misterioso regno abissale e i suoi segreti!

In questo articolo di Eagle sera parleremo dell'Oceano, uno dei luoghi più misteriosi della Terra! Racconteremo dei segreti di questo misterioso regno...pronti?

L'oceano? È una miniera d'oro (a patto di saperlo tutelare)!!!

Gli oceani non sono solo una risorsa essenziale per il nostro benessere e la nostra sopravvivenza, ma anche un'incredibile fonte di ricchezza. La transizione ad una Blue economy sostenibile, però, va tutelata. Gli oceani, infatti, corrono molti pericoli a causa  dell'inquinamento (come abbiamo detto parlando delle isole di plastica).

L'oceano sembrerebbe una risorsa infinita, ma la realtà è profondamente diversa. Numerose evidenze scientifiche ci dicono infatti che la salute del mare è fortemente a rischio a causa della pressione esercitata, direttamente o indirettamente, dall'uomo.

L'oceano e i mari sono una fonte di risorse fondamentali per la nostra sopravvivenza e benessere e saranno sempre più indispensabili per affrontare molte delle sfide globali dei prossimi decenni, come la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici e la generazione di energia pulita. Al contempo, ci offrono molteplici opportunità per creare nuovo valore economico e sociale, a oggi ancora poco esplorate.

Giusto per dare un ordine di grandezza, se la Blue Economy - ossia tutte le attività riconducibili all'economia del mare - fosse un paese, essa, con i suoi $3.000 miliardi di valore complessivo stimato dall'OCSE per il 2030, sarebbe la settima economia mondiale. Più grande dell'Italia, per intenderci. 

I settori coinvolti comprendono attività industriali e di servizi consolidate come il turismo, la pesca commerciale e la lavorazione del pesce, la cantieristica e la manutenzione navale, l'estrazione di petrolio e gas offshore, le attività portuali, le spedizioni e il commercio marittimo. Oltre a quelle "tradizionali", esiste tuttavia anche una serie di attività che possiamo chiamare emergenti, destinate ad assumere maggiore importanza nel prossimo futuro, come lo sfruttamento dell'energia rinnovabile generata dal mare (moto ondoso, maree, alghe, eolico offshore), l'acquacoltura industriale in ambienti marini aperti, o l'utilizzo della biodiversità marina, ancora tutta da mappare, per finalità medico-farmaceutiche. Alcuni di questi settori hanno registrato una crescita esponenziale nell'ultimo decennio: l'eolico offshore, ad esempio, è passato da 20.000 posti di lavoro creati nelle comunità costiere dell'UE a più di 210.000 nel 2018. 

Questo sfruttamento ha però un costo elevato. Gli ecosistemi acquatici sono infatti già sottoposti a un fortissimo stress da sovra-sfruttamento, riduzione della biodiversità, acidificazione e inquinamento. Il deterioramento dei mari può avere conseguenze disastrose anche dal punto di vista economico e sociale: già oggi l'Ue stima un costo di quasi €11 miliardi all'anno determinato dall'inquinamento marino in settori come la pesca, l'acquacoltura e il turismo.Diventa quindi fondamentale promuovere iniziative sostenibili e responsabili, e sviluppare nuove soluzioni tecnologiche e organizzative. Tra queste, quella della Commissione Europea che ha recentemente stanziato, nell'ambito dell'European Maritime and Fisheries Fund (EMFF), più di €15 milioni per il finanziamento di 22 progetti volti ad accelerare e agevolare la transizione verso una Blue Economy sostenibile. Numerose altre iniziative sono state lanciate poi a livello globale, promosse da aziende, investitori e ONG, anche in partnership tra loro (ad es. WWF e Rabobank).

Sarà sufficiente? Sicuramente è un inizio, ma questo percorso richiede di attivare e potenziare reti di innovazione in grado di riunire una varietà di attori pubblici e privati. Esso rappresenta però un'enorme opportunità per le imprese, che potranno sviluppare nuovi mercati, attraverso la ridefinizione dei processi produttivi, dei prodotti e dei servizi in una prospettiva compatibile con l'ambiente. Inoltre, lo sviluppo di una Blue Economy sostenibile potrà favorire la creazione di start up innovative in grado di contribuire a raggiungere i Sustainable Development Goals fissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Insomma, il quadro non è dei più rosei, anzi azzurri, ma i margini per intervenire ci sono ancora.

"Lo sviluppo della Blue Economy sostenibile dovrà favorire la creazione di start up innovative in grado di contribuire a raggiungere i Sustainable Development Goals fissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite."



Giornata mondiale degli oceani: ecco 7 curiosità

L'8 giugno si celebra il World Oceans Day, ricorrenza volta a salvaguardare la pulizia delle più grandi distese di acqua salata. Qui vi riportiamo un reportage sul 8/06/2018, che ci insegna l'importanza dell'oceano!

08 GIUGNO 2018

Oggi, 8 giugno 2018, si celebra il World Oceans Day, giornata mondiale degli oceani.

La giornata è stata istituita nel 1992 dal Canada's International Centre for Ocean Development (ICOD) e dall'Ocean Institute of Canada (OIC) in occasione dell'«Earth Summit», conferenza internazionale che riguarda l'ambiente e lo sviluppo di questo.

Ogni anno in questa giornata vengono sensibilizzate la pulizia e la salvaguardia di spiagge e oceani attraverso nuove campagne e iniziative in acquari, zoo e spiagge di tutto il mondo.

Il tema centrale del World Oceans Day 2018 riguarda l'inquinamento degli oceani con la plastica e si vuole incoraggiare la ricerca di soluzioni per un oceano più sano e pulito.

Ecco 7 curiosità legate agli oceani:

  • 1. Il 70% dell'ossigeno che respiriamo è prodotto dell'oceano, grazie alla fotosintesi del plancton che rilascia ossigeno nell'atmosfera.
  • 2. Può sembrare strano, ma grazie agli oceani possiamo navigare su internet. Negli oceani di tutto il mondo ci sono cavi sottomarini fissati ai fondali in cui passa oltre il 90% del traffico della rete mondiale.
  • 3. Negli oceani si trovano più di 20 milioni di tonnellate d'oro disciolte.
  • 4. Non tutti gli oceani sono salati allo stesso modo. Esistono infatti fiumi e laghi sottomarini con diversi gradi di salinità.
  • 5. Il punto più basso dell'oceano è di 10 994 metri sotto il livello del mare. Più profondo dell'altezza del Monte Everest (8 848 metri).
  • 6. L'Oceano Pacifico fu chiamato in questo modo da Magellano per via delle sue acque calme e dei venti favorevoli che trovò durante il suo passaggio.
  • 7. Secondo la NOAA, l'Amministrazione Nazionale Oceanica e Atmosferica USA, nei fondali degli oceani ci sono oltre un milione di relitti e imbarcazioni affondate.
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