Una foto dell'orca di tipo D!

Orche di tipo D...una nuova specie?

Uno dei più incredibili animali è l'orca. Ne esistono di vari tipi e, recentemente, gli scienziati hanno scoperto quella che potrebbe essere una nuova specie: l'orca di tipo D...

Un gruppo di rarissime orche di tipo D è stato filmato nelle gelide acque al largo di Capo Horn, nel Cile meridionale; i biologi marini sono riusciti anche a prelevarne alcuni piccoli campioni di pelle, con un tecnica totalmente innocua per i cetacei. Grazie alle analisi del prezioso materiale recuperato, è probabile che questi misteriosi mammiferi marini possano essere classificati come sottospecie distinta di orca, o addirittura come una specie completamente nuova. "Siamo molto entusiasti delle analisi genetiche che faremo", ha dichiarato l'ecologo marino Bob Pitman del Southwest Fisheries Science Center del NOAA Fisheries, il coordinatore della spedizione cilena che dava la "caccia" a questa leggendaria orca da ben 14 anni. "Le orche di tipo-D potrebbero essere il più grande animale non descritto rimasto sul pianeta e rappresentano una chiara indicazione di quanto poco sappiamo della vita nei nostri oceani", ha aggiunto lo studioso.

Concludendo, diciamo che quella dell'orca di tipo D potrebbe essere una scoperta veramente sensazionale.

Ma cosa sono le orche di tipo D? A gennaio, un team internazionale di scienziati che stava studiando la fauna marina che vive al largo del Cile meridionale è riuscito a vedere per la prima volta dal vivo quella che potrebbe essere una nuova specie di orca. Le misteriose orche, chiamate "tipo D", finora erano conosciute solo degli esemplari che si erano spiaggiati più di 60 anni fa, per i racconti dei pescatori e per qualche foto scattata da turisti. 

Concludendo, diciamo che quella dell'orca di tipo D potrebbe essere una scoperta veramente sensazionale.

Ora, i campioni genetici raccolti dal team guidato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration Fisheries Usa (Noaa Fisheries) serviranno a determinare se questi cetacei. Diversi della altre orche per colorazione e forma del corpo, siano davvero una specie nuova per la scienza. Bob Pitman, un ricercatore del Southwest Fisheries Science Center di La Jolla della Noaa Fisheries, ha detto: «Siamo molto entusiasti delle analisi genetiche che verranno. Le orche di tipo D potrebbero essere il più grande animale non descritto rimasto sul pianeta e sono una chiara indicazione di quanto poco sappiamo della vita nei nostri oceani». L'incontro degli scienziati con una tribù di Orche "tipo D" è avvenuto dopo una pazienta attesa; hanno passato più di una settimana all'ancora, in attesa che finisse una delle grandi tempeste di Capo Horn, a sud del Cile, dove sono riusciti a raccogliere tre campioni di pelle prelevati in maniera indolore dalle orche grazie a un'apposita balestra. Ma il mistero delle orche "tipo D" non sarò risolto nell'Oceano australe in tempesta: i preziosi campioni biologici sono stati portati in un laboratorio della Noaa dove gli scienziati stanno analizzandoli il DNA. Pittman spiega ancora: «Questi campioni sono la chiave per determinare se questa forma di orca marina rappresenta una specie distinta».Le prime notizie dell'esistenza delle orche "tipo D" risalgono al 1955, quando 17 animali si arenarono sulla costa di Paraparaumu, in Nuova Zelanda. I cetacei sembrarono subito "strani": rispetto alle altre orche, avevano teste più arrotondate, una pinna dorsale più stretta e appuntita e una piccola macchia oculare bianca; nessuna orca con queste caratteristiche era mai stata descritta prima, tanto che, inizialmente, gli scienziati avevano ipotizzato che il loro aspetto singolare potesse essere un'aberrazione genetica osservata solo in quelle orche spiaggiate. Poi, nel 2005, uno scienziato francese, Paul Tixier (che ora lavora per la Deakin University), mostrò a Pitman le fotografie di orche dall'aspetto strano che mangiavano pesci presi all'amo da pescherecci al largo dell'isola di Crozet nell'Oceano Indiano meridionale. Quelle orche avevano le stesse piccole macchie oculari bianche e le stesse teste arrotondate di quelle spiaggiate in Nuova Zelanda 50 anni prima. Ma per arrivare alle Crozet dalla Nuova Zelanda bisogna nuotare per circa un quarto del mondo, il che faceva pensare che le misteriose orche fossero diffuse in un grande areale marino. Con il boom del turismo in Antartide degli ultimi anni, sono cominciate ad arrivare anche molte foto di animali selvatici in quantità e qualità senza precedenti e tra queste sono spuntate anche le orche "tipo D". Per monitorare la distribuzione, i movimenti e l'abbondanza delle orche nelle acque antartiche, Pitman e i suoi colleghi, che comprendono anche ricercatori dell'International Association of Antarctica Tour Operators, hanno iniziato a raccogliere immagini di orche scattate nell'Oceano Antartico e tra le decine di migliaia di immagini raccolte c'erano 6 avvistamenti aggiuntivi delle orche "tipo D". Nel febbraio 2011, un gteam ingternazionale di ricercatori guidato da Pitman Pitman ha pubblicsto su Polar Biology lo studio "Observations of a distinctive morphotype of killer whale (Orcinus orca), type D, from subantarctic waters" che le orche di tipo D e che contiene le foto di ogni esemplare e la posizione di ogni avvistamento. Ora la Noaa Fisheries sottolinea che «Gli avvistamenti indicavano una distribuzione in tutto il continente dell'Antartide, ma all'interno delle acque subantartiche. Dato che le orche di tipo D sembravano evitare le acque più fredde». Gli autori di quello studio suggerivano di chiamare li cetacei "orca subantartica". Dai pochi avvistamenti documentati sembrava evidente che queste orche vivessero al largo, a latitudini considerate tra le più inospitali del pianeta: i 40 ruggenti e 50 furiosi, note per i loro forti venti. Non c'è da stupirsi che animali con un areale così "pericoloso" fossero quasi sconosciuti alla scienza. Come dice Pitman, «Se sei un grande animale che cerca di nascondersi alla scienza, è esattamente dove dovresti farlo». Ma i pescatori cileni si lamentavano che delle orche mangiavano direttamente i grossi dentici - fino a un terzo del pescato - dal palangari che calano tra le 60 e le 80 miglia a sud di Capo Horn, dove la piattaforma continentale precipita nell'abisso. Sulla base delle fotografie scattate dai fisheries observers, la maggior parte delle orche che rubavano il pesce ai pescatori erano "normali", ma tra le immagini spuntavano anche branchi di orche "tipo D e i pescatori dicono che i due tipi di orche non si mescolano mai insieme e che quelle di tipo D stanno alla larga dalle barche quando sono all'opera le orche "normali". Sembravano storie di pesca e, invece, quest'anno i racconti dei pescatori e le foto dei turisti si sono rivelati reali; con il sostegno di un donatore anonimo che ha finanziato Cookson Adventures e in collaborazione con il Centro de Conservación Cetácea de Chile, Pitman ha messo insieme una spedizione di esperti internazionali di cetacei composta, oltre che da lui, da: Lisa Ballance (Usa) John Totterdell e Rebecca Wellard (Australia), Jared Towers (Canada) e Mariano Sironi (Argentina), che a gennaio è salpata da Ushuaia, in Argentina, sulla nave da ricerca Australis a caccia delle elusive orche tipo D. All'inizio, la fortuna non sembrava essere dalla parte del team dell'Australis: dopo essersi dovuti rifugiare al sicuro per scampare a una tempesta con venti a 40 - 60 a Capo Horn, stavano tornando indietro sconsolati approfittando di una breve pausa del maltempo quando alla fine davanti all'Australis hanno fatto la comparsa i magnifici cetacei che Pitman aveva cercato per 14 anni: un branco di circa 30 orche di tipo D che per tre ore si sono avvicinate più volte all'Australis

Concludendo, diciamo che quella dell'orca di tipo D potrebbe essere una scoperta veramente sensazionale.

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Quando la Wellard un'esperta di vocalizzazioni di orche ha calato in mare un idrofono per registrare i richiami dei cetacei, le orche "tipo D" si sono immediatamente avvicinate per ispezionarlo. Grazie a dalle telecamere grandangolari montate sull'idrofono, il team ha ottenuto eccezionali e importanti immagini della colorazione e della forma del corpo uniche di questi animali di una bellezza mozzafiato che potrebbero essere una specie a parte: la più grande specie di mammiferi finora sconosciuta. Tixier ha detto a National Geographic: «Raccogliendo i primi campioni di biopsia mai ottenuti per questa forma di orca, la spedizione di Pitman [promette di] aumentare le nostre conoscenze su genetica, evoluzione, preferenze di alimentazione e ripartizione delle risorse nelle orche "tipo D", e orche nel loro complesso». In effetti, si conoscono già diversi altri "ecotipi" di orche, alcuni dei quali potrebbero essere specie diverse, incluse quattro "tipi" che vivono vicino all'Antartide. Per esempio, le orche "tipo A" somigliano alle orche "normali" (che vivono in tutti i mari del mondo), ma si nutrono principalmente di balenottere minori; quelle "tipo B" sono più piccole e mangiano soprattutto foche; il tipo C mangia solo pesce. Ma le orche di tipo D sono quelle che per aspetto si differenziano di più da tutte le altre. John Ford, un ricercatore del Fisheries and Oceans Canada e dell'università della British Columbia, ha sottolineato su National Geographic che «Le orche sono ancora ufficialmente considerate come una specie, Orcinus orca, ma alcuni dei vari tipi sono molto probabilmente distinti e meritevoli di avere un loro nome scientifico. Ma questo richiede un processo scientifico formale, che comprende ampie misurazioni, analisi del DNA e cose simili. Ci sono buoni motivi per considerare anche altre orche come specie di separate, ma è molto difficile capire dove tracciare queste linee».

Concludendo, diciamo che quella dell'orca di tipo D potrebbe essere una scoperta veramente sensazionale.
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