Velocità Warp, realtà o fantasia?

Spesso nei telefilm fantascientifici sentiamo parlare di velocità warp o di motore a curvatura. Di solito pensiamo siano argomenti confinati all'ambito della fantasia...ma è davvero così? In effetti, se quando vediamo un film di Star Trek e vediamo i personaggi parlare di velocità curvatura, crediamo si tratti di un'invenzione cinematografica ma, sorprendentemente, i creatori di Star Trek hanno voluto basarsi su una teoria astronomica che non contraddice nessuna legge fisica. Molti scienziati pensano che la mitica velocità Warp sia destinata a diventare realtà. Tutto si basa sul cambiare punto di vista. Quando parliamo di "viaggio" immaginiamo che saremo noi ad andare verso la metà e non la metà a venire da noi. Ma se provassimo a deformare lo spazio in modo da farci venire la destinazione incontro?

La propulsione a curvatura può essere definita in questo semplice modo: mentre nella propulsione a impulso si sposta la nave nello spazio, in curvatura si "muove" lo spazio attorno alla nave! Per la precisione, si comprime lo spazio nella direzione di avanzamento della nave, e lo si espande nella direzione opposta.
Le tre righe che precedono, se lette dalla prospettiva di un fisico dell'epoca pre-curvatura, sollevano così tanti problemi da richiedere, per la loro esauriente illustrazione, uno spazio e un tecnicismo incompatibili con lo scopo della presente trattazione. Cercherò di procedere passo per passo, limitando il tecnicismo allo stretto indispensabile.

Intanto, come è possibile "comprimere" o "espandere" lo spazio?
Occorre chiarire, a questo punto, cos'è esattamente (o quasi) lo spazio. Si tratta, in verità, di un concetto estremamente complesso, sia dal punto di vista fisico-matematico che da quello filosofico11. Cominciamo dalla nozione più elementare, che definisce lo spazio come distanza tra due corpi. Si tratta di una definizione banale solo in apparenza, perché contiene una verità fondamentale: lo spazio esiste solo in presenza di materia (o energia), non è concepibile uno spazio "vuoto": se dall'universo, con un qualche procedimento fantastico, potessimo rimuovere tutta la materia e l'energia esistente, non avremmo un universo vuoto, ma, al contrario, non esisterebbe più l'universo (a patto di sparire anche noi). Una delle fondamentali acquisizioni della fisica relativistica è difatti che lo spazio ha una "struttura", ha delle "dimensioni", e non deve essere pensato in antitesi alla materia-energia, come una sorta di fondale in cui la massa recita da attrice principale; la materia, l'energia, le particelle in realtà sono "spazio concentrato", o più tecnicamente "dimensioni collassate".

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