Marte, ultima frontiera?

"Una nave stellare entra in orbita, scende un uomo con una tuta spaziale che, al microfono, dice:
-La temperatura va bene!
E la base risponde: -Buona missione. Resterai su Marte per qualche settimana..."

Tutto questo è possibile? Riusciremo ad andare su Marte? Perché non lo facciamo subito? Cosa troveremo sul Pianeta Rosso? Risponderemo a questi quesiti su Eagle sera!!!


Prima ripercorriamo le ultime scoperte inerenti al Pianeta rosso!

Clicca su questo pulsante per scoprire perché non siamo già andati su Marte...

Per saperne di più sul Pianeta rosso...

Dal 2012, il rover Curiosity compie misurazioni della composizione atmosferica di Marte. Dai dati raccolti ne emerge uno interessante: durante la primavera e l'estate marziana si registra un anomalo aumento del 30% della quantità di ossigeno rispetto ai livelli previsti. Nel corso della stagione autunnale, poi, il livello di ossigeno ritorna ai suoi valori normali. È un comportamente che lascia perplessi i ricercatori, che stanno cercando di capire quale processo sia in grado di aggiungere ossigeno all'atmosfera nel corso della stagione calda e di sottrarlo rapidamente nei mesi successivi.

Autoscatto del rover della NASA Curiosity all'interno del cratere Gale. La foschia sullo sfondo, dovuta alla polvere sollevata da una tipica tempesta marziana, nasconde il fondo del cratere. Selfie come questo vengono realizzati combinando una serie di immagini catturate dal Mars Hand Lens Imager (MAHLI) di Curiosity.


Si può andare su Marte?

L'esplorazione di Marte iniziò nel 1960 con una missione dell'agenzia spaziale sovietica con due sonde gemelle Mars 1960A e Mars 1960B che fallirono poco dopo il lancio. Seguirono altri numerosi fallimenti, Mars 1962A, Mars 1964B, Mars 1, Zond 2, Mariner 3, prima di vedere un successo con la sonda statunitense Mariner 4 che il 14 luglio 1965 inviò la prima foto ravvicinata di Marte.

Arrivare su Marte è difficile, nel corso della storia circa metà delle missioni sono fallite. La difficoltà aumenta con la precisione richiesta dalla missione: se è un semplice sorvolo ravvicinato, un'entrata in orbita o una discesa sulla superficie del pianeta.

Trattare l'argomento in modo dettagliato richiede alcune considerazioni base di meccanica orbitale.

Il delta V

I motori di una sonda spaziale in viaggio nel sistema solare sono usati molto raramente, solitamente alla partenza e all'arrivo, di rado può accadere una manovra correttiva nello spazio profondo. Il comportamento è simile ad un lancio del giavellotto di precisione, se si vuole raggiungere un punto specifico è necessario lanciare con l'angolatura e la velocità corretta: il corpo durante il suo movimento effettuerà le variazioni di velocità e angolazione previste e arriverà precisamente dove calcolato. Viaggiare nel sistema solare richiede una precisione migliore ma concettualmente simile. Ad esempio, se una sonda in orbita attorno alla Terra deve arrivare su Marte, basta aspettare il momento adatto, accendere i motori per pochi minuti, aspettare qualche mese e la sonda arriverà a destinazione senza dover manovrare durante il viaggio. I motori vanno accesi per un lasso di tempo atto a raggiungere la velocità desiderata; la variazione di velocità tra l'inizio e la fine dell'accensione dei motori è un concetto relativamente semplice, molto utilizzato nella meccanica orbitale ed è chiamato Delta-v (che si abbrevia utilizzando la lettera greca: ∆V).

Nella figura al lato, ad esempio, sono raffigurati i ∆V necessari per destinazioni intermedie. Per arrivare in orbita terrestre bassa, è necessario un ∆V di 9,4 km/s. Per sganciarsi completamente dall'attrazione della gravitazionale della Terra, altri 3,2 km/s. Sono necessari solo 0,4 km/s aggiuntivi per essere immessi correttamente nell'orbita di trasferimento giusta, una volta impressa la velocità sufficiente per lasciare l'orbita terrestre. Questo valore non è molto grande e dà un'idea di quanto l'attrazione gravitazionale terrestre sia forte: una volta abbandonata la Terra più 90% del lavoro è stato fatto. Da notare che il valore tra l'orbita di trasferimento e la cattura del pianeta è più elevato per la Terra che per Marte. Ciò si deve alla minore gravità di Marte, l'energia impressa per lasciare l'influenza del pianeta è minore per Marte che per la Terra, quindi da Marte è necessaria una spinta maggiore per l'immissione corretta nell'orbita di trasferimento. 


L'atmosfera di Marte!

Le misurazioni della composizione atmosferica che il rover Curiosity sta compiendo dal suo arrivo su Marte nell'agosto 2012 indicano che, durante la primavera e l'estate marziana, si registra un anomalo aumento del 30% della quantità di ossigeno rispetto ai livelli previsti. Nel corso della stagione autunnale, poi, il livello di ossigeno ritorna ai suoi valori normali. Il comportamento si ripete regolarmente ogni anno marziano e ha lasciato perplessi i ricercatori. Dato che l'aumento della quantità di ossigeno varia di anno in anno, infatti, si dovrebbe chiamare in causa un qualche processo in grado di aggiungere ossigeno all'atmosfera nel corso della stagione calda e di sottrarlo rapidamente nei mesi successivi. Peccato, però, che al momento non sia noto nessun processo in grado di produrre un simile risultato.


Volete altre informazioni circa Marte?! Allora guardate questi video!

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia